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ATTREZZATURE ANTINCENDIO

UN

GIOCO DA RAGAZZI !!

corsi di formazione basso e medio rischio

 

Definizione

L'estintore è un apparecchio che contiene un agente estinguente, la pressione interna permette che l'estinguente sia proiettato sul fuoco.
L'estintore deve consentire un intervento immediato nei confronti di un principio d'incendio o di un incendio di limitate proporzioni, quindi deve essere realizzato in maniera semplice

Classificazione
Gli estintori possono essere classificati in base alla massa totale
Estintori portatili: sono concepiti e costruiti per essere trasportati a mano, hanno una massa totale uguale o inferiore a 20 Kg;
Estintori carrellati: sono corredati di ruote che ne consentono il trasporto, hanno una massa totale superiore a 20 Kg, hanno un contenuto di sostanze estinguenti fino ad un massimo di 150 Kg. Il tipo di estinguente: Ad acqua–schiuma–polvere–anidride carbonica.

La generazione

Estintori permanentemente a pressione:

a) La pressione è data dallo stesso agente estinguente che ha una tensione di vapore sufficiente a provocarne l'erogazione (anidride carbonica);
b) La pressione è data da un gas compresso (azoto) o aria deumidificata immesso nell'involucro ove è contenuto l'estinguente (idrici, polvere, idrocarburi alogenati); Estintori che vanno in pressione all'atto dell'impiego, ad esempio a seguito di una reazione chimica acido-base (schiuma).
L'identificazione di un estintore
A norma del *DM 20.12.1982 (estintore portatile) e del DM 6.3.1992 (estintore carrellato) ogni apparecchio deve recare un'etichetta, suddivisa in cinque parti con le seguenti informazioni:
Parte 1:
la parola ”Estintore“, il tipo di estintore e la sua carica nominale, il codice relativo al focolare tipo che è risultato capace di estinguere;
Parte 2:

le istruzioni d'uso (mediante pittogrammi), le classi di fuoco su cui può essere utilizzato

Parte 3:
limitazioni e pericoli di utilizzazione riguardo l'elettricità e la tossicità;
Parte 4:
l'indicazione ”Ricaricare dopo l'uso anche parziale“ l'indicazione ”Verificare periodicamente“ l'indicazione ”Attenzione al gelo“ se necessaria; l'identificazione dell'agente estinguente e degli additivi; l'identificazione del gas propellente; le temperature limite di utilizzazione; gli estremi dell'approvazione da parte del Ministero dell'Interno;
Parte 5:
il nome e l'indirizzo del responsabile dell'apparecchio, l'anno di fabbricazione.

note : ( * ) abrograzione decreto

La capacità di spegnimento

La capacità di spegnimento di un estintore deve essere indicata sull'apparecchio da un numero che si riferisce alle caratteristiche dimensionali del focolare tipo che l'estintore è in grado di estinguere sia per i focolai di classe A che di classe B. Per la classe A il focolare tipo è costituito da una catasta di tronchetti di legno di pino a sezione quadrata, posta su un telaio di metallo. Si tratta di quattordici piani di cui uno perpendicolare a quello successivo, la vista frontale (identica per tutti i focolari) ha una larghezza di 50 cm, la vista laterale (diversa per focolare) ha una lunghezza che, in decimetri, coincide con il numero, seguito dalla lettera A, che designa il focolare tipo. Per i fuochi di classe B i focolari sono realizzati da recipienti metallici cilindrici in acciaio, essi sono impiegati senza fondo di acqua. Ogni focolare è distinto da un numero, che rappresenta il volume in litri della benzina seguito dalla lettera B. Il focolare di classe C è costituito da una bombola standard di gas propano. Per gli estintori carrellati le prove su focolai A e C sono standard mentre sono diverse le prove su focolari di classe B e a tale proposito sull'etichetta è riportato un indice di potenzialità (da un massimo di 1 ad un minimo di 10) che segue la lettera B.

Azioni estinguenti

L'estinzione degli incendi 

SOSTANZA ESTINGUENTE

AZIONE DI

SEPARAZIONE

SOFFOCAMENTO

RAFFREDAMENTO

INIBIZIONE
CHIMICA

Acqua

X

X

X

 

Schiuma

 

X

X

 

Anidride carbonica

 

X

X

 

Polvere

X

X

X

X

Idrocarburi alogenati

 

 

 

X

Sabbia

X

X

 

 

La colorazione

Gli estintori devono essere verniciati in rosso RAL3000

Il principio di funzionamento e i sistemi di erogazione

Le parti principali che compongono un estintore sono:


1. Recipiente metallico cilindrico contenente la sostanza estinguente;
2. Valvola o gruppo di erogazione;
3. Eventuale manometro;
Il principio di funzionamento è uguale per tutti i tipi: il recipiente carico di sostanza estinguente è in pressione o viene messo in pressione al momento dell'uso; Quando viene azionato il dispositivo di erogazione, la pressione spinge energicamente la sostanza estinguente all'esterno attraverso un ugello calibrato. Il tempo di scarica per estintori portatili è compreso fra 3 e 12 secondi, invece la del getto varia fra 3 e 10 metri. Si ricordino comunque i seguenti punti:
1. Il funzionamento si ottiene mediante apertura di un otturatore;
2. Un impugnatura permette il trasporto;
3. Una leva permette l'apertura della valvola e la messa in funzionamento dell'apparecchio;
4. Gli organi di comando sono situati sulla parte superiore dell'estintore;
5. Esistono dispositivi di intercettazione e di autochiusura per consentire l'interruzione temporanea della scarica;
6. E' prescritta l'installazione di tubo e lancia per gli estintori con carica superiore a 3 Kg/lt;
7. La sicura" necessaria ad evitare funzionamenti accidentali " è sbloccata con una manovra distinta da quella di azionamento;
8. C'è un dispositivo di sicurezza contro le sovrapressioni.

L'omologazione

E' una procedura tecnica ed amministrativa che porta all'approvazione di un prototipo con precise decorrenze da rispettare sia per gli estintori portatili che per quelli carrellati.

La protezione antincendio con estintori

Gli estintori, in quanto mezzi di pronto intervento, sono destinati a spegnere principi di incendio o incendi di limitate proporzioni, pertanto, la loro presenza non esime dalla installazione, qualora le dimensioni del rischio lo richiedano, di altri tipi di impianto; né, d'altra parte, la presenza di impianti esime dall'adozione degli estintori, cui è affidata un'azione caratterizzata dalla tempestività di utilizzo.

La scelta del tipo di estintore

La scelta ottimale relativamente al tipo di estinguente risulta sinteticamente la seguente:

 

rosso rosa azzurro X 3
uso vietato poco efficace efficace danneggia i materiali purchè erogata da impianti fissi


1. per intervento su fuochi di classe A, B e C ed in presenza di parti in tensione si sceglie un estintore a polvere ABC (polivalente) essendo questo superiore agli altri per efficacia, innocuità, gittata e dielettricità, nonché per il costo;
2. per intervento su fuochi di classe B e C si sceglie un estintore a polvere BC potenziata che ha le caratteristiche del precedente ma risulta più efficace per l'impiego specifico indicato;
3. nel caso che siano presenti apparecchiature danneggiabili dalla polvere (apparecchi telefonici, relè, apparecchiature elettroniche, macchine fotocopiatrici ecc.) si sceglie un estintore ad anidride carbonica precisandone che l'azionamento provoca repentino raffreddamento (shock termico da anidride carbonica) : sono dotati di elevata efficacia, dielettricità e buona conformazione del getto, ma con pericolo di formazione di prodotti tossici, ottimi per quadri elettrici, ma non omologati per fuochi di classe A. La capacità di spegnimento e la carica estinguente

4. per interventi su fuochi A e B possono essere utilizzati estintori idrici o schiumogeni, offrono la possibilità  all'operatore di avere sotto controllo visivamente il getto dell'acqua o della schiuma durante tutto il periodo di erogazione. I tempi di scarica sono maggiori rispetto agli estintori a polvere e a CO2, benché taluni di questi estintori abbiano passato positivamente test dielettrici  che lo posizionerebbero in competizione di scelta con i più tradizionali estintori a polvere polivalente, l'utilizzatore dovrebbe avere una formazione specifica o essere a conoscenza delle tecniche di spegnimento con acqua nebulizzata. Di fatto, esplicito è il divieto di usare questo tipo di estintori su impianti elettrici in tensione , viene esposto in maniera ben visibile sulle etichette in forma scritta e con simbolo "pictogramma".

Per la scelta della capacità di spegnimento e della relativa carica di un certo tipo di estinguente deve essere considerato quanto segue:

la legge fissa per il peso un limite massimo di 12 Kg per l'estinguente e di 20 Kg per il peso totale; comunque già un opportuno porre un limite inferiore che si deve correlare all'intensità del fuoco che presumibilmente è necessario affrontare, al valore del materiale da proteggere e alla presenza o meno di persone.


Il numero di estintori
Dopo aver fissato il tipo di estinguente in funzione del materiale contenuto nei singoli ambienti e della loro destinazione d'uso si può ricorrere ad una correlazione fra la capacità di spegnimento di un estintore e la relativa superficie protetta, in base alla quale si potrà calcolare il numero di estintori necessari per proteggere un locale o un complesso di locali. A questo scopo può servire fare riferimento alle dimensioni del rischio di incendio: lieve, medio, elevato
Per i fuochi di classe A la capacità estinguente è correlata con:
1. Distanza massima per raggiungere un estintore;
2. Superficie protetta da ciascun estintore;
3. Categoria di rischio.
Per i fuochi di classe B appare meno significativo riferire la capacità estinguente alla superficie di ambiente protetto o proteggibile con un estintore, in quanto generalmente i liquidi infiammabili sono collocati in volumi ben definiti e pertanto la capacità estinguente deve essere quella riferita alla quantità di sostanza combustibile, che determina a sua volta la potenza del possibile incendio. 

 

CLASSE 

Per fuochi di classe A si considerano tutti quei fuochi provocati da sostanze che possono produrre braci, in particolare sono sostanze solide organiche, come tessuti, carta, legna etc.
Gli estinguenti idonei a spegnere questo tipo di fuoco sono: la polvere polivalente tipo ABC (contenente fosfato di ammonio), la schiuma,l'acqua, polvere polivalente

CLASSE

Per fuochi di classe B si considerano tutti quei fuochi provocati da liquidi o da solidi liquefattibili come benzina, kerosene, gasolio, nafta, grassi etc.
Gli estinguenti idonei per spegnere questi tipi di fuoco sono: polvere polivalente tipo ABC, polvere normale tipo BC, schiumogeno, (CO2) anidride carbonica

 

CLASSE  

Per fuochi di classe C si considerano tutti quei fuochi provocati da gas come Butano, Propano, GPL, etc.
Gli estinguenti idonei a spegnere questo tipo di fuoco sono: la polvere polivalente ABC, la polvere normale BC, l'anidride carbonica (CO2)

 

CLASSE

Per fuochi di classe D si considerano tutti quei fuochi provocati dalla combustione di metalli in polvere e truciolare come il magnesio, alluminio, zinco, etc.
In effetti questo tipo di fuoco non è comune come i precedenti, pertanto non esistono ancora normative in Italia e nel Mondo per estintori di questa classe. Per spegnere questi fuochi bisogna usare un tipo di polvere particolare composta principalmente da cloruro di sodio e da altri additivi per favorire la fluidità e la scorrevolezza.

Le normative italiane sugli estintori portatili (D.M. 20-12-82) non prevedono alcuna prova per questo tipo di fuoco. " Classe -D- "

   

DIVIETO DI UTILIZZO SU IMPIANTI ELETTRICI IN TENSIONE 

presente su estintori idrici e schiumogeni ( in assenza di detto divieto "EN3" si consiglia una specifica conoscenza delle tecniche di spegnimento per l'utilizzo di agenti estinguenti liquidi nebulizzati ).

 

 

Criteri di installazione

Una volta ricavato il numero di estintori, questi verranno distribuiti fra i vari locali tenendo conto dei differenti livelli di protezione e del tipo di estinguente. Il compito sarà facilitato segnalando gli estintori sopra una planimetria da conservare a cura dei responsabili della manutenzione periodica. Gli estintori destinati a proteggere una determinata zona saranno ubicati facendo riferimento a quanto segue:

1. all'esterno dei locali di dimensioni modeste nel caso che questi stessi locali: non siano destinati di norma ad ospitare persone (archivi, depositi, centrali elettriche, centrali termiche, locali gruppi elettrogeni) o contengano persone non in permanenza, in numero limitato e con attività a basso rischio (sale di attesa, infermerie, stanze di albergo stanze di degenza, piccole aule scolastiche);
2. all'interno dei locali nel caso questi contengano persone;
3. all'interno e all'esterno di locali nel caso questi siano estesi e a elevato rischio di incendio. La posizione degli estintori potrà poi essere scelta convenientemente come segue:
1. in generale in prossimità degli accessi; In prossimità delle persone stazionanti nel locale protetto, in prossimità dei punti di maggior pericolo;
2. nel caso siano posti in corridoi, atri, ballatoi, vani scale e vani ascensore: nella posizione più vicina ai baricentri delle superfici la cui protezione è affidata agli estintori medesimi;
3. nel caso di magazzini o depositi di tipo tradizionale: lungo i corridoi principali di movimentazione delle merci;
4. nel caso di magazzini o depositi di tipo meccanizzato: all'esterno delle scaffalature, all'estremità dei corridoi. Nel caso vi siano mezzi traslatori del tipo uomo a bordo è raccomandato che essi siano corredati di estintore idoneo anche per fuochi su apparecchiature sotto tensione.

La distanza fra gli estintori

Deve essere soddisfatta la condizione che un operatore, per raggiungere l'estintore, non debba effettuare un percorso superiore a 20 m, riducendo tale valore a 15 m per i casi di rischio medio e\o alto. Viene sconsigliata la collocazione degli estintori tutti in un solo punto, in tale maniera si evita anche che, nel caso di necessità, vi sia un eccessivo affollamento di persone per prelevare tali mezzi antincendio.

Le prescrizioni generali

a) Gli estintori devono essere sistemati in modo che ne sia assicurata costantemente, la visibilità, la facile accessibilità, la protezione contro gli urti accidentali, caduta di oggetti, fonti di calore e gelo.
b) Gli estintori devono essere ben visibili, affiggere in loro prossimità ed in posizione adeguata cartelli segnalatori;
c) Gli estintori devono essere installati in più punti;
d) Quando gli estintori sono installati all'aperto devono essere protetti con adeguate cassette di contenimento.

Posizionamenti

In modo che l'impugnatura risulti ad una altezza dal suolo non superiore a 150 cm, appoggiati a terra, in posizione verticale osservando le seguenti prescrizioni:
non si deve creare ingombro al passaggio ed allo stazionamento di persone e di mezzi; il piano di appoggio deve essere orizzontale, compatto, non soggetto ad essere bagnato o sporcato, privo di davanzali, passerelle, botole insomma deve mancare il pericolo di caduta dall'alto;

in corrispondenza del punto dove è collocato l'estintore deve essere installato un cartello di segnalazione per evidenziarne il luogo e di conseguenza l'eventuale assenza dell'estintore medesimo in caso di asportazione per facilitarne il successivo collocamento.
Per gli estintori carrellati vanno sistemati seguendo gli stessi criteri degli estintori portatili, essi devono essere poggiati a terra avendo cura che la zona circostante sia tale da consentire un loro agevole impiego.

Le prescrizioni per l'acquisto

Gli estintori portatili devono essere di approvato dal Ministero dell'interno a norma del DM 20.12.1982 e marcati CE, con la entrata in vigore delle unltime novità in tema legislativo i criteri da seguire a partire da Settembre 2005 saranno le conformita alle norme UNI EN 3 - L'estintore deve essere accompagnato da quanto segue:


1. certificato di conformità al prototipo approvato dal ministero con anno di costruzione e numero di matricola;

2.  libretto di istruzioni completo di descrizioni d'uso e tecniche del prodotto (EN3)
3. indicazione degli estremi di approvazione (parte 4 etichetta);
4. punzonatura dell'anno di costruzione e del numero di matricola.
Tutti gli estintori, per i quali è potenzialmente previsto l'uso su apparecchiature elettriche in tensione, con l'esclusione di quelli a CO2, devono aver superato la prova di dielettricità. Tutti gli estintori devono essere dotati di base di appoggio e supporto per fissaggio a parete.
Gli estintori carrellati devono essere omologati secondo quanto richiesto dal DM 6.3.1992.

Le regole per l'uso degli estintori
Scegliere il tipo più idoneo disponibile ed attivarlo secondo le istruzioni in genere;


1. agire con progressione iniziando dal focolaio più vicino e dirigendo il getto alla base della fiamma;
2. erogare con precisione e senza sprechi;
3. non erogare contro vento;
4. non erogare sostanze conduttrici su impianti ed apparecchiature elettriche;
5. nel caso di erogazione contemporanea di due operatori essi devono agire parallelamente e non uno contro l'altro;

6. se si tratta di un liquido in fiamme contenuto in un recipiente aperto, si deve evitare lo spargimento del liquido infiammato e quindi si deve dirigere il getto sul lato del recipiente opposto a quello di erogazione del getto stesso;
7. nel caso di erogazione su parti in tensione, non solo usare un estinguente non conduttore, ma tenersi a distanza di sicurezza;
8. una volta estinto il fuoco assicurarsi dell'avvenuto spegnimento totale delle braci;
9. prima di permettere il ritorno delle persone arieggiare il locale

La sorveglianza degli estintori

Deve essere effettuata ( consiglio ) almeno una volta al mese per:

1. assicurarsi che l'estintore sia adeguatamente posizionato;

2. assicurarsi che sia ben visibile senza ostacoli frapposti al suo accesso;

3. assicurarsi che le istruzioni d'uso siano perfettamente leggibili;

4. assicurarsi che il sigillo del dispositivo che evita funzionamenti accidentali non sia manomesso o mancante;

5. assicurarsi che l'indicatore di pressione sia in sede ed indichi la corretta pressione di esercizio;

6. assicurarsi che l'estintore non abbia evidenti segni di deterioramento;

7. assicurasi che il cartellino di controllo periodico sia in sede e sia correttamente compilato;

8. assicurarsi che il registro delle manutenzioni sia correttamente compilato.  

effettuata dagli addetti al Servizio antincendio proprio dell'Azienda

Planimetria e numerazione estintori

E' consigliabile avere una planimetria dell'area protetta su cui riportare la disposizione degli estintori, inoltre ciascun estintore deve essere numerato e lo stesso per il corrispondente cartello segnaletico.

la COMBUSTIONE

 

Può essere divisa in quattro categorie : i GAS , la FIAMMA, il CALORE, ed il FUMO.
Per i gas di combustione si intendono quei prodotti della combustione che restano allo stato gassoso anche quando vengono raffreddati alla temperatura ambiente ( 15°C ). La maggior parte di carbonio. Gli altri gas che si formano in un incendio dipendono da molte variabili, ma principalmente dalla composizione chimica dei combustibili, dalla quantità di ossigeno disponibile di carbonio. Gli altri gas che si formano in un incendio dipendono da molte variabili, ma principalmente dalla composizione chimica dei combustibili, dalla quantità di ossigeno disponibile e dalla temperatura che si raggiunge durante l'incendio. Tra i gas di combustione si possono incontrare oltre l'anidride carbonica e l'ossido di carbonio, l'idrogeno solforato, l'anidride solforosa l'acido cianidrico, l'acido cloridrico, vapori nitrosi ( ossido e perossido di azoto ), fosgene, ammoniaca ed acroleina.
Facciamo notare subito che la mortalità per incendio è dovuta nella maggior parte dei casi all'inalazione di ossido di carbonio, di gas di combustione caldi o dell'aria calda a deficienza di ossigeno. I decessi a seguito di scottature costituiscono una percentuale nettamente inferiore.

 

OSSIDO DI CARBONIO

Gas tossico, è spesso presente in grandi quantità negli incendi e costituisce di solito il pericolo più grande. E' sempre presente ed in notevoli quantità quando si tratta di fuochi covanti in ambienti chiusi con scarsa ventilazione ed in tutti i casi ove scarseggia l'ossigeno necessario alla combustione. L'azione tossica dell'ossido di carbonio è dovuta al fatto che esso altera la composizione del sangue, formando con l'emoglobina la carbossiemoglobina ed impedendo la formazione dell'ossiemoglobina che è elemento vitale per l'ossigenazione dei tessuti del corpo umano. L'esposizione in ambiente con l' 1,3% di ossido di carbonio produce incoscienza quasi istantaneamente ( dopo due o tre inalazioni ) e la morte dopo pochi minuti. La percentuale dello 0,15% per 1 ora o la percentuale dello 0,05% per 3 ore può essere mortale: La percentuale dello 0,4% è fatale in meno di 1 ora.

 

ANIDRIDE CARBONICA
Si forma sempre in grandi quantità negli incendi. E' un gas che in forte concentrazione provoca anche una accelerazione del ritmo respiratorio. L'aria che contiene il 3% di anidride carbonica provoca addirittura il raddoppio del ritmo respiratorio, con la conseguenza che se sono presenti gas tossici aumenta la quantità di sostanze tossiche immesse nell'organismo. Inoltre una percentuale di anidride carbonica del 5% nell'aria, la rende irrespirabile per lunghi periodi.

 

IDROGENO SOLFORATO
come ad esempio; la lana, la gomma, le pelli, la carne, i capelli. L'idrogeno solforato ha odore caratteristico di uova marce, ma tale sensazione, che si ha alle prime inalazioni, sparisce subito dopo. Esposizioni ad aria che contiene percentuali fra lo 0,04 e lo 0,07% per più di mezzora possono essere pericolose in quanto provocano vertigini e vomito. In percentuali più alte diviene molto tossico ed attacca il sistema nervoso e può provocare dapprima l'affanno e successivamente addirittura il blocco della respirazione.

 

ANIDRIDE SOLFOROSA
questa avviene con abbondanza di aria. In genere se ne formano quantità modeste, salvo che negli incendi di zolfo. Percentuali dell'ordine dello 0,05% sono da considerare pericolose anche per esposizioni di breve durata. E un gas irritante delle mucose degli occhi e delle vie respiratorie.

 

AMMONIACA
Si può formare nella combustione di materiali che contengono azoto ( lana,seta,materiali acrilici e fenolici e resine melamminiche ). L' ammoniaca è impiegata in alcuni impianti di refrigerazione costituisce un notevole rischio di intossicazione in caso di fuga. Produce sensibile irritazione agli occhi, al naso, alla gola ed ai polmoni. L'esposizione per mezz'ora ad aria contenente percentuali dello 0,25>0,65% può causare danni all'organismo umano e addirittura la morte

 

ACIDO CIANIDRICO
Gas altamente tossico, ma per fortuna in genere si forma solo in modeste quantità negli incendi ordinari. Quantità relativamente apprezzabili se ne trovano nelle combustioni incomplete ( con scarsità di ossigeno ) della lana, della seta, delle resine acriliche, uretaniche e poliammidiche. E' impiegato come fumigante per distruggere i parassiti. Occorre indossare l'autoprotettore quando si debba intervenire in locali ove sia depositato l'acido cianidrico. Ha odore caratteristico di mandorle amare ed una concentrazione dello 0,3 è già da considerare mortale.

 

ACIDO CLORIDRICO
E' un prodotto della combustione di tutti quei materiali che contengono cloro, come la grande maggioranza delle materie plastiche oggi così largamente impiegate. La concentrazione di 1.500p.p.m. (parti per milione) è fatale in pochi minuti. La sua presenza viene facilmente avvertita a causa del suo odore pungente e del suo effetto irritante per le mucose. L'acido cloridrico ha in oltre la proprietà di corrodere i metalli, cosa che si è verificata in non pochi incendi.

 

PEROSSIDO DI AZOTO
Gas di colore rosso-bruno altamente tossico, esposizioni ad aria con percentuali dallo 0,02 a 0,07% possono essere mortali entro breve tempo. Esso si forma insieme ad altri vapori nitrosi nella combustione della nitrocellulosa, del nitrato di ammonio e di altri nitrati organici.


ALDEIDE ACRILICA - ACROLEINA

Gas altamente tossico ed irritante si forma durante l'incendio di prodotti derivati dal petrolio, di oli,grassi, ed altri materiali comuni. Concentrazioni superiori a 10 p.p.m. possono essere mortali.

FOSGENE
Gas altamente tossico, è presente nelle combustioni di materiali che contengono cloro, come ad esempio alcuni materiali plastici. La presenza di tale gas è da temere tetracloruro di carbonio può provocare la formazione di fosgene con effetti particolarmente dannosi in locali

chiusi

 

CALORE
dell'incendio. Il calore, oltre certi limiti è però anche dannoso per l'uomo potendo causare la disidratazione dei tessuti , difficoltà o blocco della respirazione e scottature. Una temperatura dell'aria di circa 150°C è da ritenere la massima sopportabile per un brevissimo tempo, meno di 5 minuti, e sempre che l'aria sia sufficientemente secca. Negli incendi purtroppo sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo. Una temperatura di circa 50C° è da ritenere la massima temperatura dell'aria sopportabile per circa 1 ora. Tale valore si abbassa se l'aria è umida. Naturalmente il valore della temperatura dell'aria da pavimento. Al soffitto la temperatura può essere anche maggiore.

FUMO
E' costituito da piccolissime particelle solide (aerosol) o liquide (nebbie) o vapori condensati. Le particelle solide sono costituite da catrami,particelle di carbonio ed altre sostanze incombuste presenti specie quando la combustione avviene in mancanza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi della combustione e costituiscono il fumo. Salvo casi particolari, quali ad esempio la combustione del metano con adatte apparecchiature, il fumo accompagna sempre la combustione e spessissimo in quantità tale da impedire la visibilità. Le particelle liquide sono costituite essenzialmente da vapore d'acqua che si forma per evaporazione dell'umidità, ma soprattutto dalla combustione dell'idrogeno. Tale vapore d'acqua, quando i fumi si raffreddano al di sotto dei 100°C, si condensa e da luogo a dei fumi bianchi. I residui solidi, costituiti da incombusti e ceneri, hanno invece il colore nero.
E' a tutti noto l'effetto irritante del fumo alle mucose degli occhi ed alle vie respiratorie. Le quantità di fumo che si sviluppano negli incendi sono notevolissime ed è da ritenere che nella stragrande maggioranza dei casi il fumo invade i locali degli edifici in fiamme in tempi molto brevi, rendendo impossibile la presenza dell'uomo, molto prima del calore.

E' quindi il fumo ostacolo che si deve evitare se si vuole consentire l'esodo delle persone e/o l'eventuale utilizzo di mezzi di spegnimento, mettendo a disposizione attrezzature idonee

PREVENZIONE

I metodi che tendono a conseguire gli obbiettivi di sicurezza della vita umana ed incolumità delle persone, nonché la tutela dei beni e dell'ambiente, si fondano sul condizionamento del processo di combustione, in particolare:

metodi di prevenzione incendi
Diretti alla modificazione delle condizioni limite del sistema di combustione allo stato potenziale per prevenire l'insorgenza , ritenuta probabile , rivolgono particolare attenzione ai fattori influenzanti le cause d' incendio
metodi di protezione
Diretti alla modifica delle condizioni limite di propagazione della fiamma e al ritardo del periodo di ignizione di sistemi di combustione allo stato potenziale d'incendio e allo stato di combustione, mirano a contenere, entro limiti accettabili, le energie liberate dagli incendio nello spazio e nel tempo.
protezione passiva
Persegue lo scopo di contenere i danni alle strutture entro limiti riferibili ad una soglia di intensità degli incendi correlata al sistema potenziale di combustione e di evitare o limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione ; essa è esprimibile in termini di comportamento al fuoco delle strutture, di isolamento, di compartimentazione e sezionamento dell'edificio, di sistemi di ventilazione e rimozioni dei prodotti della combustione, di pianificazione dell'evacuazione d'emergenza.

protezione attiva
Persegue lo scopo di abbassare la frequenza degli incendi di intensità superiore ad una certa soglia a mezzo della loro rivelazione precoce e nell'estinzione rapida nella prima fase del loro sviluppo. Per il conseguimento del livello ottimale di protezione , la scelta del sistema passivo o del sistema attivo o della combinazione di entrambi, deve essere presunti. Dalla valutazione di questi parametri , emerge la possibilità di individuare le situazioni che richiedono l'applicazione di un particolare sistema di protezione o la combinazione di essi.
E' sicuramente importante ricordare che il titolare dell'attività , è tenuto ad osservare a far osservare le limitazioni, i divieti, gli obblighi, nonché a curare il mantenimento dell'efficienza dei sistemi , dei dispositivi e delle attrezzature espressamente finalizzati alla prevenzione incendi. I suddetti parametri costituiscono nient'altro che gli obbiettivi di sicurezza in materia di prevenzione incendi che il DPR 577/82 individua più genericamente in misure atte ad evitare l'insorgenza di un incendio e a limitare le conseguenze.


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